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العنوان
Il pastiche linguistico nel romanzo di ”Quer pasticciaccio brutto de via Merulana” di Carlo Emilio Gadda :
المؤلف
Kassem, Nagwa Ibrahim Ibrahim Ahmed.
هيئة الاعداد
باحث / نجوى إبراهيم أحمد قاسم
مشرف / أشرف سعيد منصور
مشرف / هبه وحيد قطب
تاريخ النشر
2021.
عدد الصفحات
181 p. ;
اللغة
الإيطالية
الدرجة
ماجستير
التخصص
اللغة واللسانيات
تاريخ الإجازة
1/1/2020
مكان الإجازة
جامعة عين شمس - كلية الألسن - اللغة الإيطالية
الفهرس
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Abstract

Linguisticamente e stilisticamente, il modello del Pasticciaccio pare comunque, almeno a giudicare dai fatti, eccezionale; la più interessante sperimentazione gaddiana.
In qualsiasi modo, va dunque inizialmente ribadito il fatto, che Gadda, nel Pasticciaccio, è uno straordinario virtuoso della lingua.
Scopo di questo lavoro era il tentativo di far emergere gli aspetti linguisitici di Quer Pasticciaccio brutto di via Merulana, un romanzo poliziesco in cui l’ambiente dove si consumerà il delitto è una periferia di Roma. Nel romanzo egli presenta il susseguirsi degli episodi della vita reale come un “groviglio inesplicabile” in preda al caos, e per raffigurare questo pasticcio, l’autore ricorre a una speciale scrittura basata sulla commistione dei linguaggi: unendo forme colte del linguaggio con forme dialettali; la forma arcaica con quella della lingua di tutti i giorni; termini tecnici, scientifici e burocratici con forme di espressioni popolari.
Nei paragrafi successivi ho cercato di sottolineare le conclusioni alle quali sono riuscita ad arrivare:
si deduce che il fascismo si concentrasse su tre aspetti importanti per quanto riguardava i continui tentativi di individuare e fissare una lingua dalle numerose parlate regionali nella penisola; tali filoni erano: l’antidialettismo, la lotta contro le lingue delle minoranze e il rifiuto delle parole straniere.
Nel primo capitolo, sono stati esaminati due punti principali: il primo riguarda la lingua del Pasticciaccio ed ecco i risultati raggiunti:
- Il romanzo accoglie parole straniere, parole dialettali e parole italiane; regionalismi e termini pan-italiani; l’italiano formale, il colloquiale e il triviale; l’italiano «settoriale» scientifico, quello tecnico, e quello burocratico.
- L’uso più eccessivo di ogni variante linguistica (allotropi, sinonimi ecc.) e l’uso abbondante di rilevanti onomatopee, di foresterismi, gergalismi, latinismi, arcaismi, forme latine, incastonature di greco e parole straniere, mescolati a parole di inventiva gaddiana creando quello che i francesi chiamano il pastiche.
Quanto al secondo punto del primo capitolo, riguardante lo stile gaddiano, potrei dedurre i seguenti punti:
- Nel Pasticciaccio sono presenti diverse forme e maniere caratterizzate ognuna da un suo stile. Sono incluse mescolanza in modo frequente, confusioni degli stili, coesistenza del triviale e dell’aulico, del tragico e del comico nella stessa frase, e nella stessa pagina.
- In una sola pagina si affollano gli elementi più vari. Non c’è solo dialetto, ma una varietà: romanesco, napoletano, molisano, e fiorentino.
- Si osserva, in modo particolare, l’uso del dialetto nel Pasticciaccio: il dialetto esce dall’ambito del discorso e infiltra di nuovo la narrazione stessa. Pare che all’improvviso Gadda inserisca delle frasi in dialetto, poiché è più emotivo, descrittivo, e espressivo, della lingua standardizzata e della lingua letteraria.
- Questo pastiche è una particolarità decisiva dello stile gaddiano; mescolanza di lingue, personaggi, e situazioni che risultano nel romanzo creando un’impressione barocca.
- I tipi di discorso svariano dal discorso diretto, al discorso indiretto libero, e dalla narrazione in romanesco, alla narrazione in italiano, e alla narrazione mista.
Il secondo capitolo è diviso in due linee principali: la prima è dedicata allo studio dei linguaggi settoriali e la differenza tra le lingue specialistiche, il gergo ed i registri, ecco sono i risultati:
- Il Pasticciaccio è molto ricco di termini appartenenti ai linguaggi settoriali, impiegati in maniere e con funzioni diverse. Sono stati divisi in due linee maggiori: tecnicismi scientifici e tecnicismi umanistici.
- Il terzo punto del secondo capitolo riguarda le funzioni del lessico dei linguaggi tecnico-scientifici. Come abbiamo notato che l’opera è molto ricca di lessico tecnico-scientifico con funzione metaforica, referenziale, ironico, o scherzoso. Un altro caso che il figurante scientifico di una comparazione è usato per effetto comico.
Il terzo capitolo ho studiato gli elementi principali del plurilinguismo del Pasticciaccio. Il primo punto di tale capitolo esamina i dialetti impiegati nel romanzo, a partire da quello romanesco che costituisce la base della narrazione, mentre localmente ne vengono utilizzati tanti altri (il napoletano, il veneto, il molisano, il milanese, il fiorentino). Relativamente i dialetti a volte corrispondano a quelli ipotizzati come nativi dei personaggi, non si tratta soltanto di un uso mimetico: accanto ad effettuare una funzione antiretorica contro l’italiano vuoto e ridonante del fascismo, i dialetti interagiscono con il linguaggio letterario, creando un singolare pastiche.
La visione gaddiana del mondo incorpora il mondo come uno spazio di caos e ciò si dimostra tramite la pluralità linguistica utilizzata nei suoi romanzi. Come abbiamo visto che il plurilinguismo gioca un ruolo nella narrazione dell’intreccio, poiché si considera una fonte caratteristica e burlesca: si tratta di una nozione intenta come categoria stilistica, espressiva e politica oltre al suo senso linguistico. Dal titolo si può desumere il tema principale del romanzo: il pasticcaccio, cioè l’imbroglio o il pasticcio, particolarmente il pasticcio linguistico. Il pastiche in italiano pasticcio vuol dire “pietanza preparata con ingredienti vari amalgamati fra loro.” (Cfr. Fenocchio 2004: 52). Da questi ingredienti si forma un capolavoro prominente e consistente notevolmente da ogni componente.
La mescolanza della lingua tradizionale letteraria con i dialetti, mescolati con i termini tecnico-specifici, era un metodo di Gadda per combattere la società alta e la sua lingua privata per creare una forma d’arte per il popolo.
La lingua di Gadda è il repertorio di parole e modi che uno scrittore assegna al compito comune, nelle forme dettate dalla propria storia e sostanza personale; ed è per lui la manifestazione viva di un organismo vivente, che collettivamente si esprime utilizzando le parole e i modi a propria disposizione; e Grazie alla propria cultura, spirito di osservazione, curiosità e formidabile impulso espressivo le proporzioni di questo repertorio nello scrittore sono impressionanti e ben superiori a quelle del parlante ordinario.
Gadda e i suoi scritti sono stati sovente rappresentati come schemi letterari da suggerire o da respingere; la sua scrittura ed il suo stile oggetto di analisi atti a mostrarne le potenzialità o, al contrario, denunciarne i limiti. L’Ingegnere ha rappresentato, per tutto il Novecento, un necessario momento di confronto per chiunque intendesse occuparsi di narrativa contemporanea