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العنوان
Il linguaggio politico durante il periodo fascista /
المؤلف
Abd El-Salam, Reham Shokry.
هيئة الاعداد
باحث / ريهام شكرى عبد السلام
مشرف / عامر عبد الحميد الالفى
مشرف / مها محمد عبد العزيز
مناقش / عامر عبد الحميد الالفى
تاريخ النشر
2014.
عدد الصفحات
261p.؛
اللغة
الإيطالية
الدرجة
ماجستير
التخصص
اللغة واللسانيات
تاريخ الإجازة
1/1/2014
مكان الإجازة
جامعة عين شمس - كلية الألسن - اللغة الايطالية
الفهرس
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Abstract

La tesi è intitolata Il linguaggio politico durante il periodo fascista ed è divisa in una introduzione, due capitoli, una conclusione, una bibliografia e una appendice.
Nella mia tesi cerco di illustrare alcuni caratteri del discorso politico attuato nella fase fascista, tramite l’analisi di qualche discorso del Duce e l’analisi di alcuni articoli della stampa di questa fase.
L’introduzione è dedicata a parlare di tre punti principali:
• Forme più o meno complesse di comunicazione sono usate da tutti gli animali, ma solo l’homo sapiens ha creato la forma di comunicazione più complessa che è il linguaggio verbale. La comunicazione non verbale e paraverbale riesce a completare la caratteristica “denotativa”, cioè la concretezza della realtà espressa dalla comunicazione verbale, con la sua caratteristica “connotativa” cioè con la sua funzione di trasmettere emozioni, sentimenti che vanno oltre la semplice denotazione della realtà. L’obiettivo di una comunicazione efficace è pertanto non solo quello di affinare le proprie capacità comunicative attraverso l’utilizzo consapevole del linguaggio verbale, non verbale e paraverbale, ma anche quello di poter comprendere più chiaramente il messaggio verbale, non verbale e paraverbale dell’interlocutore.
• Nella comunicazione politica interrogarsi sul linguaggio politico vuol dire interrogarsi sulla natura dei rapporti tra i tre attori della politica – politici, media e cittadini – impegnati nello scambio delle risorse simboliche del linguaggio. Il linguaggio politico è più semplicemente una categoria della comunicazione politica, in quanto rappresenta e definisce una dimensione autonoma, con propri fondamenti teorici, del più ampio fenomeno della comunicazione politica.
• Prima di parlare del linguaggio politico nel periodo fascista sarà piuttosto necessario parlare della situazione politica nel ventennio fascista. Pochi punti fermi dell’ideologia fascista sono sempre rispettati: fra essi, il principio di ”una più grande Italia”; il principio del ”primato del Duce”; il principio dei ”doveri dell’uomo”. Tutto il resto, dalla politica economica a quella estera, a quella militare, è di volta in volta determinato dalle direttive mussoliniane.
Il primo capitolo intitolato La lingua e il regime è diviso in tre sottotitoli. In essi ci siamo interessati di parlare della politica linguistica del fascismo.
Il primo punto è dedicato a parlare della censura operata sulla stampa da parte del governo fascista. Il fascismo utilizzò una doppia strategia per addomesticare la stampa: da una parte la violenza e l’illegalità delle squadre armate che assaltarono le sedi e colpirono fisicamente giornalisti e direttori, dall’altra l’instaurazione di provvedimenti legislativi tesi a limitare la libertà di stampa attraverso la trasformazione autoritaria delle leggi dello stato liberale. Sulla necessità di fondare un nuovo stile fascista, che -sul piano linguistico- si volle adottato dai quotidiani per influenzare i lettori, si impegnarono le veline emanate dall’uffico stampa del capo del governo ai giornali quasi ogni giorno.
Il secondo punto del primo capitolo palra di uno degli aspetti più notevoli della politica linguistica del fascismo che è la battaglia contro i forestierismi in nome dell’autarchia culturale, il cosidetto purismo linguistico. Il fascismo, con la forza delle leggi, vietò l’uso delle parole straniere e dei dialetti nell’intestazione delle ditte, nelle attività professionali e nelle varie forme pubblicitarie.
La politica linguistica del fascismo non influenzò solo i mezzi di comunicazione, ma anche la scuola ed i libri scolastici sotto il nome della riforma scolastica o rifoma Gentile.
Il terzo punto mette in evidenza i caratteri principali del linguaggio politico attuato nel Ventennio fascista. Il metodo, adottato in questa ricerca, d’evidenziare le parole-chiave in base alla loro frequenza d’uso, facendo ruotare intorno ad esse gli altri termini relativamente meno frequenti, comunque ad esse associabili per il loro valore semantico, ha portato ad una verifica di tale affermazione, nella convenzionale elencazione e divisione dell’ideologia fascista e della sua lingua per campi semantici.
Il secondo capitolo intitolato Il linguaggio del Duce e la stampa fascista è diviso in due punti.
Il primo punto mette in evidenza la formazione linguistica del Duce mediante l’analisi dei suoi discorsi pronunciati nel 1925. Il caso del fascismo, soprattutto in Mussolini, rappresentò un ben esempio per il fenomeno di manipolazione e di lotta per il potere attraverso un’abile elaborazione della lingua.
Mussolini ci ha mostrato che la lingua ha una grande funzione nel consolidarsi di un regime o di qualsiasi ideologia presso il popolo. In altre parole possiamo dire che le parole di Mussolini rappresentarono l’arma più potente che sconvolse tutti gli avversari.
Il secondo punto del secondo capitolo parla della stampa fascista prendendo la stampa universitaria come esempio tipico della stampa fascista. Dal 1919 studenti universitari cominciarono a seguire il movimento dei Fasci italiani di combattimento, formando in numerose città squadre d’azione formate da studenti universitari. Nel 1920 nacquero ufficialmente i Gruppi Universitari Fascisti, che raccoglievano tutti gli universitari che si riconoscevano prima nel Partito Nazionale Fascista. I GUF ebbero una grande attività editoriale attraverso pubblicare lavori e studi di fascisti universitari e anche attraverso raccogliere in volumi interi corsi di lezioni universitarie.
In questa parte della tesi cercherò di analizzare vari articoli del Numero Unico dei GUF di Potenza mettendo in luce le principali caratteristiche del linguaggio della stampa nel ventennio fascista.
Nella Conclusione vengono presentati i risultati della tesi. Viene, poi, la bibliografia dei libri usati come fonte di riferimento.
Alla fine della tesi si trova l’Appendice che presenta qualche parte dei discorsi mussoliniani e degli articoli della stampa analizzati nella tesi